Le macrofotografie del cosiddetto microcosmo svelano aspetti inaspettati, talvolta orripilanti, degli insetti. Come queste immagini dei fotografi Yousef Habshi e Eugenijus Kavaliauskas, vincitrici dell’ulti-ma edizione del Nikon Small Word.
A sinistra, vediamo una Sagra, che appartiene alla vastissima famiglia dei Coleotteri Crisomelidi, diffusi in tutto il mondo con più di 35.000 spe-cie. Sono robusti insetti dalle grosse zampe, che vivono nelle giungle tropicali asiatiche, e che ripresi da vicino appaiono, come questa Sagra buqueti, più che fragili creature, poderose macchine da combattimento. «In realtà queste zampe con i femori dilatati – osserva il Prof. Giorgio Narducci, spe-cialista italiano di Crisomelidi – non permettono salti o agili evoluzioni, come invece avviene in altri gruppi della famiglia – ma certamente svolgono funzioni utili per la sopravvivenza in un ambiente estremo, dove la competizione è molto forte. Ancora una volta, la natura supera l’immaginazione di noi umani!».
A destra, incontriamo quello che sembra un orri-bile mostro uscito da un film di fantascienza, e invece si tratta solo della testa, ripresa da vicino, di una grande Formica del genere Camponotus, detta “Carpentiere”, frequente nei boschi e nei prati dove abbonda il legno morto. Tutti cono-scono le Formiche, Insetti cosmopoliti onnipresenti in ogni continente, esclusi i territori polari. Occupano gli ambienti più disparati, con circa 15.000 specie, ed offrono materia i-nesauribile di scoperte per i mirmecologi, come sono chia-mati gli entomologi che ne studiano la realtà straordinaria, le forme sorprendenti e le incredibili abitudini. Secondo Edward D. Wilson, il famoso scienziato padre della socio-biologia – che lo scrivente ebbe il privilegio di conoscere – le formiche conterebbero sulla terra un numero stimato tra 1 e 10 quadrilioni di individui, e il loro peso complessivo sa-rebbe paragonabile, grosso modo, a quello di tutti gli esseri umani.
Si possono quindi considerare, in fondo, le vere so-vrane del pianeta. Se è molto facile incontrarle nei prati e nei boschi, impegnate nelle frenetica ricerca di cibo e nella cura delle loro dimore, i formicai, spesso si spingono anche nelle nostre case, suscitando reazioni umane non proprio entusiastiche. A dire di Wilson, però, «perché mai non do-vremmo ospitare questi meravigliosi esserini nelle nostre cucine? In fondo non trasmettono malattie… Siamo milioni di volte più grandi di loro… Noi dovremmo far paura a loro, non il contrario». Opinione più che legittima, caro amico scienziato. Ma dopo un rapido sondaggio, confermiamo che non sembrerebbe trovare molti sostenitori.